Regia e scrittura
Creazione Collettiva SideraTeatro
Interpreti
Barbara Mangano, Antonella Salvatore, Carlo Roselli, Alberto Ferraro, Paolo Rossetti
Musiche
Paolo Rossetti, Carlo Roselli
Maschere di
Alberto e Mirko Ferraro
Produzione
Società Dante Alighieri
NOTE DI REGIA
A settecento anni dalla nascita di Boccaccio ci troviamo difronte a un testo, il Decameron, di una straordinaria attualità. Il messaggio è chiaro L'uomo e artefice del suo destino e delle sue scelte, la vita e piena di inganni, la fortuna va saputa prendere con l'ingegno. Le novelle sembrano talvolta fare dei ritratti dettagliati di personaggi politici del nostro tempo, come in Ser Ciappelletto o trattare di tematiche assai contemporanee come la parità trai sessi in Madonna Filippa, per non dimenticare poi l'arte dell'oratoria del caro Fra Cipolla che con bel parlare sa ingannare le masse a vantaggio del potere. La Compagnia in « Decameron in Maschera » propone un lavoro di reinterpretazione della poetica Boccacesca attraverso l'uso delle maschere in cuoio che attingendo dalle linee classiche della Commedia dell'arte creano nuovi modelli che rappresentano gli zanni del nostro tempo.
La scelta della trasposizione in dialetto delle novelle, ispirata al celebre film di Pasolini, e un modo per mantenere la poetica dell'autore rendendola più familiare a noi contemporanei. Unitamente l'uso del dialetto è l'utilizzo delle maschere permette d' incarnare l'ironia e la crudeltà di questo testo. A completare il tutto come sesta attrice sulla scena la musica dal vivo, con una ricerca ispirata alla tradizione Medioevale.
SINOSSI
Cinque narratori. ipocondriaci si barricano con il pubblico in un luogo protetto. Di sotto fondo il celebre canto Medioevale Ecco La Primavera. Fuori la peste incalza. Peste del Boccaccio o peste del nostro tempo ? in un ambiguita voluta tra passato e presente i cinque personaggi raccontano, incarnandone i protagonisti, alcune delle più belle novelle del Decameron. Spinti dall'urgenza e dalla necessità di salvarsi da un mondo in decadenza percorrono attraversano le novelle vizzi e virtù dell'umano genere, in una dimensione atemporale dove solo l'arte e la cultura riesce a salvarli, creando quello spazio di apertura all'imaginario, quell'ironia, unica risposta alle disgrazie umane. Tra scene di duelli e amori reali le loro vite si confondono con quelle dei personaggi. Niente uscite di scena il gioco d'attore e scoperto al pubblico. La musica sempre presente diventa drammaturgia stessa della scena ; dando vita a rumori, suoni canti e danze.
Creazione Collettiva SideraTeatro
Interpreti
Barbara Mangano, Antonella Salvatore, Carlo Roselli, Alberto Ferraro, Paolo Rossetti
Musiche
Paolo Rossetti, Carlo Roselli
Maschere di
Alberto e Mirko Ferraro
Produzione
Società Dante Alighieri
NOTE DI REGIA
A settecento anni dalla nascita di Boccaccio ci troviamo difronte a un testo, il Decameron, di una straordinaria attualità. Il messaggio è chiaro L'uomo e artefice del suo destino e delle sue scelte, la vita e piena di inganni, la fortuna va saputa prendere con l'ingegno. Le novelle sembrano talvolta fare dei ritratti dettagliati di personaggi politici del nostro tempo, come in Ser Ciappelletto o trattare di tematiche assai contemporanee come la parità trai sessi in Madonna Filippa, per non dimenticare poi l'arte dell'oratoria del caro Fra Cipolla che con bel parlare sa ingannare le masse a vantaggio del potere. La Compagnia in « Decameron in Maschera » propone un lavoro di reinterpretazione della poetica Boccacesca attraverso l'uso delle maschere in cuoio che attingendo dalle linee classiche della Commedia dell'arte creano nuovi modelli che rappresentano gli zanni del nostro tempo.
La scelta della trasposizione in dialetto delle novelle, ispirata al celebre film di Pasolini, e un modo per mantenere la poetica dell'autore rendendola più familiare a noi contemporanei. Unitamente l'uso del dialetto è l'utilizzo delle maschere permette d' incarnare l'ironia e la crudeltà di questo testo. A completare il tutto come sesta attrice sulla scena la musica dal vivo, con una ricerca ispirata alla tradizione Medioevale.
SINOSSI
Cinque narratori. ipocondriaci si barricano con il pubblico in un luogo protetto. Di sotto fondo il celebre canto Medioevale Ecco La Primavera. Fuori la peste incalza. Peste del Boccaccio o peste del nostro tempo ? in un ambiguita voluta tra passato e presente i cinque personaggi raccontano, incarnandone i protagonisti, alcune delle più belle novelle del Decameron. Spinti dall'urgenza e dalla necessità di salvarsi da un mondo in decadenza percorrono attraversano le novelle vizzi e virtù dell'umano genere, in una dimensione atemporale dove solo l'arte e la cultura riesce a salvarli, creando quello spazio di apertura all'imaginario, quell'ironia, unica risposta alle disgrazie umane. Tra scene di duelli e amori reali le loro vite si confondono con quelle dei personaggi. Niente uscite di scena il gioco d'attore e scoperto al pubblico. La musica sempre presente diventa drammaturgia stessa della scena ; dando vita a rumori, suoni canti e danze.
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